Leibniz

Leibniz si prodigò per la pace tra i popoli e le religioni, facendo proprio l'ideale dell'armonia universale, che costituisce la cima di tutto il suo sistema filosofico.
Egli non apprezzava il modo in cui la sua epoca si relazionava alla vita sociale, politica e culturale, ebbe quindi sempre una certa insoddisfazione per il meccanicismo che li caratterizzava.
Si indirizzò alla filosofia perchè egli la vedeva come una difesa della fede in Dio, contro la tendenza atea che si celava nella scienza e nella filosofia moderne, dominate dalla pretesa di spiegare la natura facendo a meno di Dio; Leibniz sosteneva invece che la filosofia dovrebbe servire a rafforzare la fede.
Egli mostrava inoltre un rinnovato interesse per le cause finali.
La sua modalità di comunicazione filosofica interviene a chiarire i temi fondamentali del dibattito culurale del trempo.
Leibniz sperava di superare le incomprensioni fra i dotti cercando di creare una lingua universale.
La tesi centrale del sistema leibniziano consiste nell'idea secondo cui il nostro è il  migliore di tutti i mondi possibili ma che costituisca soltanto uno dei tanti mondi che Dio avrebbe potuto creare, Dio agisce sempre secondo un fine che è il bene.
Leibniz critica la legge cartesiana della conservazione, perchè secondo lui ciò che si conserva nel creato è piuttosto la quantità complessiva della forza viva che è una sostanza che ha in se il principio della propria attività. La scoperta di questa forza porta il filosofo a recuperare l'antico concetto di sostanza, intendendo quest'ultima come un centro originario di attività. Nel mondo ci sono infinite sostanze individuali, ciascuna diversa dalle altre. Per indicarle, Leibniz introduce il concetto di monade, che sono dei veri e propri atomi spirituali, immateriali, centri di forza semplice e privi di estensione. Ogni monade è un'entità in se completa e autosufficiente, inoltre pensa che ognuna sia dotata di attività rappresentativa e che abbia in se la rappresentazione del tutto.
Il mondo non è dunque una realtà unica e sostanziale, ma il frutto delle infinite e inesauribili prospettive che di esso ogni singola monade può percepire.
Tutte le monadi possiedono la capacità di percepire, ma solo quelle di ordine superiore sono in grado di appercepire, ovvero diventare coscienti di tale attività.
Sulla base del diverso grado di chiarezza e distinzione delle loro rappresentazioni, Leibniz distingue le varie monadi in tre tipi principali:
1. Quelle del tutto prive di conoscenza;
2. Gli animali, dotati di anima ma in cui la coscienza del percepire si accompagna solo alla memoria;
3. Gli uomini, i quali possiedono la cosapevolezza della loro identità.
Nella visione di Leibniz tutto risulta pervaso dalla vita e dallo spirito, quello descritto da lui è un universo policentrico dotato di un'infinita varietà di punti di vista o angoli prospetticidai quali le monadi si rappresentano in modo diversi il mondo e Dio.
Il filosofo afferma quindi che nell'universo tutto è al proprio posto in  modo sapientemente armonico.





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